Da diversi anni, gli insegnanti
iraniani protestano contro gli stipendi bassi, il precariato, la
privatizzazione delle scuole e la violazione dei loro diritti di categoria.
Il governo iraniano non
ha mai accolto le rivendicazioni degli insegnanti e ha sempre risposto alle
loro proteste pacifiche con la forza e la repressione, sottoponendo i loro
attivisti agli arresti e alle persecuzioni giudiziarie, con accuse vaghe e infondate
come “propaganda contro il sistema”, “destabilizzazione dell’ordine pubblico” o
“azione contro la sicurezza nazionale”.
Infatti, i seguenti
attivisti insegnanti, in questo momento si trovano in prigione in Iran, solo
per aver svolto attività sindacali:
Mohammad Habibi - arrestato più volte; ultimo arresto risale a maggio
2018 quando era fuori su cauzione, condannato a dieci anni e mezzo di prigione,
divieto di svolgere attività politica e sociale per due anni, divieto di
viaggiare per due anni e 74 frustate.
Mahmoud Beheshti Langroudi - arrestato più volte; ultimo
arresto risale a settembre 2017, ha avuto condanni di incarcerazione per totale
14 anni successivamente ridotte a sette.
Ruhollah Mardani - arrestato in gennaio 2018;
condannato a 6 anni di prigione, divieto di svolgere attività politica e
sociale per due anni, divieto di viaggiare per due anni.
Esmail Abdi - arrestato in novembre
2016; condannato a 6 anni di prigione.
Nonostante la
repressione, gli insegnanti iraniani, continuano la loro lotta per i loro
diritti. Infatti, il 10 ottobre scorso, il Consiglio di Coordinamento delle
Associazioni degli Insegnanti Iraniani (CCAII),
ha proclamato lo sciopero generale degli insegnanti in tutte le scuole
del paese, da tenersi nelle giornate del 14 e 15 ottobre.
Di seguito i temi
principali di protesta trattati nel comunicato del CCAII:
- stipendi
bassi degli insegnanti e insufficiente spesa pubblica per l’istruzione
- aumento
di inflazione, declino di potere di acquisto e impoverimento crescente degli
insegnanti;
- monetizzazione
dell’istruzione pubblica, privatizzazione delle scuole e conseguente esclusione
di molti bambini e ragazzi dal ciclo di istruzione
- edifici
e le strutture scolastiche inadeguate
- corruzione
e furto dalla cassa del risparmio degli insegnanti
- persecuzione
degli attivisti insegnanti
Il Consiglio del
Coordinamento di Associazioni degli Insegnanti Iraniani, inoltre ha sottolineato
che lo sciopero annunciato per il 14 e 15 ottobre, è l’inizio di un ciclo di
scioperi previsti e se gli insegnanti non ricevono risposte concrete alle loro
giuste rivendicazioni, ci sarà un secondo sciopero nel mese di novembre.
Lanciamo quindi un appello
a tutti i sindacati, alle organizzazioni dei lavoratori e a tutti i gruppi e le
associazioni, di diventare la voce di protesta degli insegnanti iraniani in
sciopero e allo stesso tempo di fare pressione sul regime iraniano di porre
fine alla persecuzione degli insegnanti e liberare immediatamente e
incondizionatamente Mohammad Habibi, Mahmoud Beheshti Langroudi, Ruhollah
Mardani e Esmail Abdi.
13 ottobre 2018
#IranProtestsItalia
iranprotestsitalia.blogspot.com
No comments:
Post a Comment