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Wednesday 3 January 2018

Le ragazze della Via della Rivoluzione si sono riprodotte



nella mia città si è accesa una luce, più luminosa del sole

Dopo l'azione coraggiosa di Vida Movahed, la prima donna Iraniana che il 27 dicembre 2017 si è tolto il velo nel pubblico e lo ha sventolato come una bandiera in protesta contro il velo obbligatorio, altre ragazze iraniane hanno deciso di diventare come Vida una "Ragazza della Via della Rivoluzione" e ripetere la stessa azione per dire no al velo obbligatorio!

Si chiamano le Ragazze della Via della Rivoluzione perché la prima azione, quella di Vida, è avvenuta proprio in Via della Rivoluzion in Teheran. 








Il video dimostra alcune immagini delle proteste delle Ragazze della Via della Rivoluzione.



Tuesday 2 January 2018

Comunicato delle Organizzazioni Indipendenti dei Lavoratori in merito alle proteste del popolo

Quando i governatori raggiungono un vicolo cieco e restano senza nessuna soluzione per superare la crisi che di per sé hanno creato, e quando il popolo, stanco di oppressione e ingiustizia, non vuole più portarne il peso, allora arriva il momento delle proteste sociali, grandi e stravolgenti. 

E’ così che da  quattro giorni le persone sfinite dall’oppressione, dal carovita, dalla povertà e dalla disoccupazione, hanno preso possesso delle strade in tutto il paese e  con fermezza hanno gridato le proprie rivendicazioni per porre fine a questa situazione infernale.

Rivendicazioni che oggi sono alla base di manifestazioni e di raduni partecipati dalle masse dei lavoratori iraniani, mirate a protestare contro il carovita, la povertà e la disoccupazione. Rivendicazioni che per anni sono state gridate da operai, insegnanti, infermieri, studenti e da tutta la classe di lavoratori della società. Nonostante ciò, i governatori hanno continuato a saccheggiare e derubare le ricchezze della nostra società senza prestarci alcuna attenzione.

Quella a cui siamo testimoni oggi nelle varie città, è un'esplosione di rabbia delle masse di lavoratori e lavoratrici, da una parte accumulata per il saccheggio e le frodi miliardarie da parte dei più alti esponenti del governo, e di persone e istituzioni finanziarie vicine al centro del potere, e dall’altra, per la povertà e la miseria di milioni di persone nonché per la disoccupazione di operai e giovani, il maltrattamento di venditori ambulanti e facchini transfrontalieri, i salari ben inferiori alla soglia di povertà, le fustigazioni, le incarcerazioni e le esecuzioni, di fronte ad ogni richiesta di rispetto del diritto e della libertà.

Quelli che  a ogni giusta protesta dei lavoratori e del popolo fino a ieri hanno risposto con processi e incarcerazioni e ora definiscono "sediziose" le attuali manifestazioni,  devono sapere che è ormai arrivata l’ora di grandi cambiamenti in questo paese e che nessuna forza repressiva potrà resistere davanti alla volontà di noi lavoratori e lavoratrici e del popolo iraniano in ricerca di giustizia e libertà.


Ciò che è chiaro, è che le nostre richieste gridate insieme alle masse dei lavoratori iraniani di porre fine alla povertà e miseria, devono essere accolte:

va eliminata qualsiasi forma di repressione, soffocamento e incarcerazione;  
tutti i prigionieri politici devono essere liberati;
i saccheggiatori della ricchezza della società nonché i perpetratori e gli esecutori della repressione e del soffocamento, con qualsiasi ruolo e posizione, devono essere processati;
devono essere restituiti alla gente tutti i beni saccheggiati dalle istituzioni finanziarie;
il salario minimo degli operai e dei dipendenti pubblici e privati deve essere aumentato cinque volte rispetto all’importo attuale;
i privilegi e gli stipendi astronomici di chi ricopre posti governativi devono essere aboliti;
devono essere garantite la costituzione dei sindacati e delle organizzazioni civili indipendenti e la libertà di espressione, di stampa e di partito, e tutto quello che è il volere del popolo deve essere subito realizzato.

Ovviamente la mancanza di attenzione nei confronti delle aspirazioni degli operai e dei lavoratori iraniani, con la demagogia o la soppressione delle proteste o le incarcerazioni, nonché con il tentativo di cavalcare l’onda delle proteste da parte degli attuali o dei precedenti partiti di governo e di opposizione, non porterà da nessuna parte e questa volta saremo noi lavoratori e il popolo, restando uniti e solidali e continuando le protese, a decidere per il nostro destino.


I firmatari  in ordine alfabetico:

Unione libera di lavoratori iraniani
Associazione dei lavoratori elettrici e metalmeccanici di Kermanshah
Sindacato dei pittori della provincia di Alborz
Centro per la difesa dei laburisti
Comitato per seguire l'istituzione di organizzazioni sindacali

1 gennaio 2018