Quando i governatori raggiungono un vicolo
cieco e restano senza nessuna soluzione per superare la crisi che di per sé
hanno creato, e quando il popolo, stanco di oppressione e ingiustizia, non
vuole più portarne il peso, allora arriva il momento delle proteste sociali,
grandi e stravolgenti.
E’ così che da quattro giorni le persone sfinite
dall’oppressione, dal carovita, dalla povertà e dalla disoccupazione, hanno
preso possesso delle strade in tutto il paese e
con fermezza hanno gridato le proprie rivendicazioni per porre fine a
questa situazione infernale.
Rivendicazioni che oggi sono alla base di
manifestazioni e di raduni partecipati dalle masse dei lavoratori iraniani,
mirate a protestare contro il carovita, la povertà e la disoccupazione. Rivendicazioni
che per anni sono state gridate da operai, insegnanti, infermieri, studenti e
da tutta la classe di lavoratori della società. Nonostante ciò, i governatori
hanno continuato a saccheggiare e derubare le ricchezze della nostra società
senza prestarci alcuna attenzione.
Quella a cui siamo testimoni oggi nelle varie
città, è un'esplosione di rabbia delle masse di lavoratori e lavoratrici, da
una parte accumulata per il saccheggio e le frodi miliardarie da parte dei più
alti esponenti del governo, e di persone e istituzioni finanziarie vicine al
centro del potere, e dall’altra, per la povertà e la miseria di milioni di
persone nonché per la disoccupazione di operai e giovani, il maltrattamento di
venditori ambulanti e facchini transfrontalieri, i salari ben inferiori alla
soglia di povertà, le fustigazioni, le incarcerazioni e le esecuzioni, di
fronte ad ogni richiesta di rispetto del diritto e della libertà.
Quelli che
a ogni giusta protesta dei lavoratori e del popolo fino a ieri hanno
risposto con processi e incarcerazioni e ora definiscono "sediziose"
le attuali manifestazioni, devono sapere
che è ormai arrivata l’ora di grandi cambiamenti in questo paese e che nessuna
forza repressiva potrà resistere davanti alla volontà di noi lavoratori e lavoratrici
e del popolo iraniano in ricerca di giustizia e libertà.
Ciò che è chiaro, è che le nostre richieste
gridate insieme alle masse dei lavoratori iraniani di porre fine alla povertà e
miseria, devono essere accolte:
va
eliminata qualsiasi forma di repressione, soffocamento e incarcerazione;
tutti i
prigionieri politici devono essere liberati;
i
saccheggiatori della ricchezza della società nonché i perpetratori e gli
esecutori della repressione e del soffocamento, con qualsiasi ruolo e posizione,
devono essere processati;
devono
essere restituiti alla gente tutti i beni saccheggiati dalle istituzioni
finanziarie;
il
salario minimo degli operai e dei dipendenti pubblici e privati deve essere
aumentato cinque volte rispetto all’importo attuale;
i
privilegi e gli stipendi astronomici di chi ricopre posti governativi devono
essere aboliti;
devono
essere garantite la costituzione dei sindacati e delle organizzazioni civili
indipendenti e la libertà di espressione, di stampa e di partito, e tutto quello
che è il volere del popolo deve essere subito realizzato.
Ovviamente la mancanza di attenzione nei
confronti delle aspirazioni degli operai e dei lavoratori iraniani, con la
demagogia o la soppressione delle proteste o le incarcerazioni, nonché con il tentativo
di cavalcare l’onda delle proteste da parte degli attuali o dei precedenti
partiti di governo e di opposizione, non porterà da nessuna parte e questa
volta saremo noi lavoratori e il popolo, restando uniti e solidali e
continuando le protese, a decidere per il nostro destino.
I firmatari
in ordine alfabetico:
Unione libera di lavoratori iraniani
Associazione dei lavoratori elettrici e
metalmeccanici di Kermanshah
Sindacato dei pittori della provincia di
Alborz
Centro per la difesa dei laburisti
Comitato per seguire l'istituzione di
organizzazioni sindacali
1 gennaio 2018