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Thursday 26 December 2019

Il Massacro Nascosto in Iran un'indagine video condotta da France 24 Observers

In un documentario investigativo, France 24, racconta ciò che è avvenuto in Iran durante i 4 giorni di repressione e black out totale di internet: morti, feriti e arresti durante le manifstazioni scoppiate in tutto il paese a seguito dell'aumento improvviso dei prezzi del carburante.




Traduzione sotto-titoli

Tra il 15 e 18 Novembre oltre 300 iraniani sono stati uccisi durante le proteste scoppiate da un aumento del prezzo della benzina.  Il governo ha bloccato internet e ha attribuito la colpa a teppisti agitatori e agenti straineri ... Un portavoce del sistema giudiziario iraniano ha detto che i proiettili che hanno ucciso la gente non venivano dagli armi dei servizi delle forze di sicurezza iraniane.  Quando l'accesso a internet gradualmente si è ripristinato, sono emersi i video facendo luce su chi stesse uccidendo.

La perizia di oltre 750 video e fotografie fornisce l'evidenza di ripetute uccisioni e su larga scala, dei manifestanti disarmati da parte della polizia iraniana e delle Guardie Revoluzionarie, ed il suo braccio paramilitare "il Basij".

L'annuncio è arrivato durante la notte.  I prezzi della benzina sono aumentati del due cento percento. Le proteste sono iniziate il venerdì in  parecchie città.

La risposta è state rapida.  Nella città meridionale di Sirjan i manifestanti hanna dato fuoco alla stazione di benzina.

La gente era arrabbiata. Si sono radunati in una piazza nella periferia della città.  Si sono spostati verso il deposito della benzina e un uomo ha cercato di salire sulla recinzione di sicurezza.

Un guardiano gli ha sparato in testa. Il primo ucciso.
La rabbia si è estesa in oltre cento città il sabato, secondo i media di stato.

Un totale blocco di internet è stato implementato raggiungendo il livello di accesso di soltanto 7%, entro la fine della giornata, dei livelli ordinari.  Le proteste piu intense erano nelle zone più povere vicino a Teheran, significa le periferie come Shahriar.  Armin era nelle proteste quando le cose sono diventate violenti.

Prima era più la polizia.
Poi i giovani Basiji, appena diciottenni con i Kalashnikov in mano.
Ho visto la morte di due uomini e una donna.
La donna era colpita da un proiettile dietro la testa ad angolo di Via Valiasr.
E' morta sul colpo.

Il nostro testimone  Armin ci ha detto che il suo nome era Golnaz Samsami  Era con suo figlio di otto anni quando è stata uccisa mentre era sulla strada per il laboratorio medico dove lavorava.

Altri video dimostrano chi stava sparando in Shahriar quel giorno.  Guardate a questo video:
i manifestanti tiravano le pietre,  avanzando verso due agenti di polizia.
Il muso è abbassato, questi non sono spari di avvertimento.

E dove è successo? Vedete questo edificio. C'è un'insegna "Andishmandan".  Una ricerca su Google Map in Persiano, ci porta ad una scuola in piazza di Farmandari. Una foto in internet dimostra le stesse luci e la stessa scultura.

Il secondo video dimostra gli stessi agenti qualche secondo dopo. Sappiamo che è nella stessa ubicazione. Un agente cerca di fermare una macchina. Un agente spara. Un uomo cade. Un'altro vide dimostra un uomo diverso per terra colpito in testa.

E' stato filmato 25 metri dal punto dove l'agente ha sprato la prima volta.  E' impossibile sapere se quest'uomo fosse colpito dai due agenti. Non c'è nessuna indicazione su quando in giornata i video sono stati filmati. Tuttavia i filmati dimostrano che gli agenti di polizia sparavano e che la gente moriva.  Il nostro testimone Armin racconta che gli ospedali in Shahriar fossero pieni.

Feriti in testa. Arti frantumati  segni di munizioni vive sparate dagli  armi military. Amnesty International ha documentato dozzine di morti in  Shahriar tra il 15 ed il 18 Novembre.

La maggior parte dei manifestanti erano giovani.  Uomini ventenni senza soldi, senza lavoro e senza speranza.  Vogliono vedere la fine della Repubblica Islamica e erano pronti per rimetterci le loro vite.

Marivan è una città etnicamente Kurda nell'ovest Iran, vicino al confine con Iraq.

Spari di pistola, gente che lancia pietre e un corpo che resta per terra.

E' accaduta in Via Jomhoori della città, con le sue. panchine, recinzioni e lampioni distinti.

Ci sono le strisce pedonali e un edificio con tende rosse.

Il video è state girato da qui. Alcune ore prima,  quel punto esatto era tranquillo, ma ora c'è una battaglia tra i cittadini e questi uomini vestiti in nero. Chi sono?

Nelle città iraniane, la polizia regolare generalmente si veste in divise verdi.  Il Nero è riservato. alla polizia antisommossa appartenente all'èlite delle Guardie Revoluzionarie IRGC e il suo corpo paramilitare, il Basij.

L'IRGC ed il Basij sono attrezzati con armi non letali per controllare. le folle senza uccidere.  Questi uomini sembrano. di indossare gli stessi caschi. Anche se. non ci sono segni di armi. non-letali. Si trovano soltanto a 160 metri da una base di Basij ben conosciuta dai locali. Mentre la giornata finiva, la Via Jomhoori era in fuoco. Minimo nove persone sono morte a Marivan, Alcuni sepolte in queste tombe improvvisate in periferia della città.

In Sadra, nelle periferie della quinta città più grande d'Iran, Shiraz, restava poco  dubbio su chi stesse sparando.

La base militare di Basij in Sadra si chiama. Shahid Tavana. Condivide un complesso con. la moschea di Seyed Al Shohada. I suoi volontari qui stanno celebrando l'anniversario della Rivoluzione Islamica Iraniana del 1979.

Due video documentano le vittime a pochi metri dal complesso.  Il primo dimostra il corpo di un uomo per terra proprio davanti all'edificio dove si vede lo stesso profilo di tetto, lo stesso cancello.

Il secondo, dimostra una scena caotica. Un corpo per terra.  Poi un gruppo di persone che portano qualcuno. E un' altro gruppo con un'altra vittima.

Un incollage di diversi quadri del  video ci consente di confermare la location.  I profili degli edifici, la linea delle montagne e il container. Quattro vittime erano filmate entro 10 metri dal complesso del Basij. Amnesty International ha documentato minimo sei morti in Sadr.  Non ci sono stime del numero delle persone ferite ma siamo riusciti a parlare con un'infermiera che lavora in zona. Il suo racconto è coerente con i verbali del personale medico in tutto il pause.

Lavoro nell'unità di cura intensiva nella regione di Shiraz.  Abbiamo otto letti nell'unità e tutti erano occupati dai manifestanti feriti con importanti ferite da arma da fuoco non piccolo pallottole di pistola. 

Sono tutti giovani uomini ventenni. La maggior parte sono arrivati i primi due giorni, sabato e domenica abbiamo visto tutti tipi di ferite, nei polmoni, nelle gambe. Abbiamo alcuni casi di amputazione di mani e gambe.  Gli agenti di polizia venivano nel reparto ogni 6 ore per controllare le condizioni dei pazienti.
Volevano sapere quando sarebbero rilasciati. La polizia compilava i moduli per ogni manifestante ferito e scriveva che fossero teppisti o agitatori e ciò significava che la cura medica per loro non sarebbe stata coperta dalla previdenza sociale.

Riceveranno conti dall'ospedale per oltre 25 milioni di toman. Sono poveri e sono giovani. Come possono pagarli?


Il vice comandante dell'IRGC ha detto. che ha voluto 48 ore per le forze di sicurezza per mettere fine alla rivolta.  Il ministero interno ha rilasciato un intervista di 84 minuti sulle proteste. "Le forze di polizia e Basij hanno sofferto il doppio di quantità di ferite rispetto alla popolazione civile. Stiamo esercitando moderazione."

Non ha detto una parola sui morti. Il blocco di internet, ha reso impossibile per gli iraniani di condividere quanto avevano visto. "Ho preso molte foto e molti video ma internet era bloccato e non ho potuto condividerli in internet, alla fine ho dovuto cancellarli perché per fino adesso, la polizia ferma la gente e controlla i loro cellulari".

Il collegamento di internet è iniziato a tornare dopo cinque giorni ma il ritorno era graduale e due settimane dopo il ripristino, ancora due province erano tagliate fuori. 

Il servizio di internet ha iniziato di tornare a Khuzestan il 30 Novembre ed il 3 Dicembre questo video traballante è emerso on-line.  

Jarahi è una regione dove si parla in arabo,  Appena al nord di Mahshahr.  Un porto principals nella. regione ricca di petrolio del Golfo Persico. Due giorni prima, il New York Times aveva rivelato un precedente rapporto dove affermavano che le truppe di IRGC avevano aperto fuoco sui manifestanti che avevano cercato rifugio in uni palude vicino a un sobborgo chiamato Chamran, 18 km al nord di Mahshahr.

Un'immagine composita con i quadri dei video rivela una costruzione non terminata vicino a una zona piatta piantumata, lampioni stradali alti indicando la presenza di una strada principale e un edificio a distanza. Una ricerca per una potenziale palude ci ha guidato in questa zone.

La strada e questa struttura. Il video era ripreso da qui. Questa è la strada, la palude e l'edificio. I pick-up erano qui. Il primo era attrezzato con una mitragliatrice.  La presenza militare più importante a Mahshar e la marina dell'IRGC, responsabile per la sicurezza lungo la costa sensibile del Golfo Persico.

Un uffiale IRGC della marina ci ha detto che i veicoli visti in Chamran e in un'altro video preso durante le proteste in Mahshahr assomigliava a pickup che erano stati usati dalla sua unità ed erano attrezzati con ciò che lui chiama Dooshka, una mitragliatrice pesante sovietica.

La gente locale hanna riferito a New York Times e altri media che dozzine di persone solo state uccise nella palude.

Esperti militari dicono che quando mirano a una concentrazione di persone, le mitragliatrici pesanti come Dooshka, possono avere un solo scopo: causare il massimo delle vittime.

L'accesso a internet era finalmente ripristinato in Sistan e Balochistan il 5 Decembre.

Ma ancora per quanto? 

Nel parlamento tre giorni dopo il presidente iraniano parla dell'estensione della rete interna di intranet nel paese e ridurre la dipendenza dalla rete esterna di internet. Questo ha sollevato paure che il prossimo blocco di internet potrebbe essere permanente.

E se tagliassero di nuovo l'accesso? Immagina questa volta per sei mesi o per sempre.

Nessuno saprà cosa faranno di noi nella Repubblica islamica e questo è terrificante.


Fine

Wednesday 27 November 2019

Agenti in borghese hanno portato all'arresto circa 50 studenti all'Università di Teheran in ambulanze


Secondo il canale telegram dei Consigli degli Studenti del paese sono stati arrestati e portati via in ambulanza dagli agenti in borghese circa 50 studenti che avevano protestato nelle giornata del 18 novembre nell'università di Teheran.  La protesta è durata fino a tardi e quando si è fatto il buio, sono arrivati gli agenti in borgherse con ambulanza.

I rapporti indicano che alcuni di questi studenti sono stati trasferiti nella prigione di Fashafoyeh e alcuni nella prigione di Evin dopo essere stati arrestati.

Alcuni nomi fino ad ora pubblicati:  Melika Kargozlou, Kamyar Zoghi, Ali Nanavai, Mohammad Amin Hosseini








Source: Canale Telegram Consigli Studenti dell'Iran.



Saturday 23 November 2019

MANIFSTAZIONE DAVANTI ALL'AMBASCIATA IRANIANA - 30 NOVEMBRE - APPELLO DI ADESIONE






A tutte persone libere in Italia

Come sappiamo, il popolo iraniano, che stanco dalla povertà, fame e repressione sistematica, era sceso nelle strade del'Iran per condurre una battaglia coraggiosa per la libertà, è stato represso in maniera feroce e brutale da parte del regime criminale della Repubblica Islamica. Negli ultimi giorni, tra i manifestanti, ci sono stati centinaia di morti e feriti e migiaia di arresti.

In questi fatidici giorni, non possiamo permettere al regime iraniano di continuare le sue brutalità disumane, reprimendo i manifestanti e minacciandoli con la pena di morte e con le condanne pesanti.

Pertanto, sabato 30 novembre alle 11:00, ci riuniremo in solidarietà con il popolo iraniano di fronte all'Ambasciata della Repubblica islamica dell'Iran a Roma e invitiamo tutte le persone libere in Italia ad aderire all'iniziatva per protestare contro le misure disumane e repressive del regime della Repubblica Islamica ed essere la voce della protesta del popolo oppresso Iraniano.

iranprotestsitalia@gmail.com

به تمام انسان‌های آزادیخواه در ایتالیا

همانطور که میدانیم مردم به جان آمده از فقر, گرسنگی و سرکوب لجام گسیخته و وحشیانه جمهوری اسلامی که در هفته گذشته در سراسر ایران به نبردی شجاعانه برای آزادی به خیابان آمده بودند ، با سرکوب هار و وحشیانه آدم کشان جمهوری اسلامی روبرو شدند.  در روزهای گذشته صدها نفر از معترضین کشته، تعداد بیشماری مجروح و هزاران نفر دستگیر شده اند.
در این روزهای سرنوشت ساز نباید اجازه داد که رژیم جنایتکار جمهوری اسلامی با سرکوب معترضین و تهدید آنها به اعدام و احکام سنگین به رفتار وحشیانه و ضد انسانی خود ادامه دهد.
از این رو ما در روز شنبه ۳۰ نوامبر در ساعت ۱۱  در مقابل سفارت جمهوری اسلامی ایران در شهر رم در همبستگی با مردم ستم دیده ایران تجمع میکنیم و از همه مردم آزادی خواه در ایتالیا دعوت میکنیم تا با حضور خود در این تجمع نسبت به اقدامات ضد انسانی و سرکوبگرایانه رژیم جمهوری اسلامی ایران اعتراض کرده و صدای اعتراض ملت ستم دیده و جان به لب آمده ایران باشند.


Sunday 17 November 2019

Proteste contro l’aumento del prezzo di benzina in Iran - Decine di morti e migliaia di arresti - Blocco di internet

A seguito dell’aumento del prezzo di benzina in Iran, sabato 16 novembre sono scesi in piazza migliaia di manifestanti in oltre 100 città iraniane.  

La risposta del regime è stata dura:  i clip e video pubblicati sui social media mostrano la polizia iraniana sparando verso i manifestanti e uccidendo alcuni. Le ultime notizie parlano di decine di morti e migliaia di persone ferite e arrestate.  Il servizio internet è stato bloccato in Iran. Da ormai da sabato sera il popolo iraniano non può più usare internet e quindi comunicare con l'esterno. Una mossa - voluta da chi comanda - volta a evitare che si diffondano immagini o notizie della rivolta.

Il governo iraniano ha annunciato giovedì (14 novembre) che avrebbe aumentato il prezzo della benzina raddoppiando la tariffa della benzina razionalizzata e triplicando il prezzo di quella libera.  L'aumento è iniziato il giorno seguente. La decisione è stata presa dal Consiglio supremo di Coordinamento Economico dei Capi dei tre poteri esecutivo, giudiziario e legislativo ed il leader iraniano l'ha appoggiata.  

l popolo iraniano e in particolare milioni di lavoratori sono preoccupati e devastati da questa decisione in quanto ciò scatenerà l'aumento di altri beni, necessità e servizi di base. Dal momento che ci sono milioni di persone che vivono già al di sotto della soglia di povertà e difficilmente riescono a provvedere alle necessità di base. 

I rapporti indicano che le proteste sono proseguite domenica in alcune città, tra cui Sanandaj, Shiraz, Tabriz e Kermanshah e alcune università.  I manifestanti in molte città hanno risposto alla repressione del regime attaccando e dando fuoco a decine di banche, edifici governativi, veicoli di polizia, scuole teologiche e stazioni di servizio.


A causa del black out del servizio di internet, la popolazione è rimasta totalmente isolata dal mondo esterno e si temono ulteriori azioni brutali e repressive da parte del regime iraniano nei confronti dei manifestanti, tra l’altro nominati “banditi” dal leader spirituale del paese Ali Khamenei nel suo discorso pubblico di questa mattina.









Sunday 22 September 2019

I lavoratori di HEPCO attaccati e picchiati dalla polizia iraniana

Il 16 settembre 2019 i lavoratori della fabbrica di #HEPCO nella città di Arak in Iran hanno manifestato per la mancanza del pagamento dei loro stipendi.

La polizia iraniana ha brutalmente attaccato i lavoratori. Molti sono stati feriti e 28 sono stati arrestati.

HEPCO (Heavy Equipment Production Company) è una società iraniana che produce attrezzature per l'edilizia, macchine agricole, vagoni ferroviari, camion e attrezzature per l'industria petrolifera, del gas, dell'energia, dei metalli e delle miniere. Lo stabilimento è il più grande produttore di attrezzature pesanti nel Medioriente. L'azienda conta 1.500 dipendenti con una capacità produttiva annua di 4.800 unità.



Sunday 8 September 2019

APPELLO DI SOSTEGNO AGLI ATTIVISTI DEGLI OPERAI E SOCIALISTI ARRESTATI IN IRAN


Il 7 settembre un tribunale iraniano ha condannato un numero di attivisti sindacali iraniani e redattori di un giornale socialista a pene detentive incredibilmente lunghe.
Esmail Bakhshi, l’operaio della fabbrica di canna da zucchero Haft-Tappeh, i cui lavoratori affamati hanno combattuto eroicamente per i loro diritti negli ultimi anni, è stato condannato a 14 anni di prigione e 74 frustate.
Sepideh Gholian, una sostenitrice della causa dei lavoratori di Haft-Tappeh, è ​​stata condannata a 18 anni di prigione (di cui 7 saranno esecutivi) per l’accusa falsa e infondata di aver causato "danno alla sicurezza nazionale"!
Asal Mohammadi, Sanaz Allahyari, Amirhossein Mohammadifard, Amir Amirgholi - redattori di un giornale socialista online - hanno ricevuto ciascuno 18 anni di reclusione (7 anni saranno esecutivi) per il cosiddetto reato di "propaganda contro il sistema islamico".
Mohammad Khanifar, un altro lavoratore di Haft-Tappeh, è ​​stato condannato a sei anni di prigione (cinque anni esecutivi), nella stessa settimana.


D'altro canto il primo maggio di quest’anno, le forze di sicurezza hanno arrestato dozzine di lavoratori e attivisti per i diritti civili che si sono radunati per celebrare l'occasione e condannare l’arresto degli operai, insegnanti e studenti, davanti al parlamento iraniano a Teheran.  I detenuti sono stati successivamente condannati a lunghe pene detentive, sulla base di accuse ambigue e senza il dovuto processo:
Marzieh Amiri, giovane giornalista, è stata condannata a dieci anni e 148 frustate.  Un altro tribunale di Teheran ha condannato l'attivista per i diritti dei lavoratori, Atefeh Rangriz, a undici anni e sei mesi in prigione e 74 frustate.  Inoltre, Nasrin Javadi, una lavoratrice in pensione, è stata condannata a sette anni di carcere e 74 frustate. Anche un autista di autobus, Rasoul Taleb Moqaddam, è stato condannato a 74 frustate, due anni di carcere e altri due di esilio. Inoltre, il giudice ha vietato a Taleb Moqaddam di usare un telefono cellulare. Neda Naji arrestata insieme ad altri attivisti durante le proteste del primo maggio, è in attesa della sentenza.


Dietro la repressione
Il popolo iraniano sta combattendo uno dei periodi più gravi di una crisi economica e sociale cronica. Giorno dopo giorno, il regime dimostra che non solo non ha alcun piano per alleviare la crisi, ma anche i suoi dirigenti e funzionari sfruttano l'attuale caos per derubare le masse sempre di più.
In queste circostanze, alla fine del 2017 e inizi del 2018, ha preso forma un nuovo movimento popolare, che non si è fatta illusioni sulle promesse di questa forma brutale e lurida della borghesia rappresentata dal regime capitalista della Repubblica Islamica e che è sceso in piazza per protestare contro le politiche neoliberiste del regime e la disuguaglianza sociale.
Questo nuovo movimento ha ispirato molti giovani attivisti ad organizzarsi e ad impegnarsi nella lotta e a creare una nuova alternativa socialista e democratica contro le alternative pro-imperialiste, pro-monarchia e riformiste.
Il regime Iraniano, di conseguenza, ha deciso di soffocare questo movimento tramite gli arresti, torture, frustate dei suoi militanti e attivisti.

Lanciamo quindi un appello a tutti i compagni di unirsi a noi e di alzare la voce nel condannare la repressione degli attivisti socialisti e operai iraniani e nel denunciare le atrocità del regime iraniano.

8/9/2019
#IranProtestsItalia
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