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Sunday 22 September 2019

I lavoratori di HEPCO attaccati e picchiati dalla polizia iraniana

Il 16 settembre 2019 i lavoratori della fabbrica di #HEPCO nella città di Arak in Iran hanno manifestato per la mancanza del pagamento dei loro stipendi.

La polizia iraniana ha brutalmente attaccato i lavoratori. Molti sono stati feriti e 28 sono stati arrestati.

HEPCO (Heavy Equipment Production Company) è una società iraniana che produce attrezzature per l'edilizia, macchine agricole, vagoni ferroviari, camion e attrezzature per l'industria petrolifera, del gas, dell'energia, dei metalli e delle miniere. Lo stabilimento è il più grande produttore di attrezzature pesanti nel Medioriente. L'azienda conta 1.500 dipendenti con una capacità produttiva annua di 4.800 unità.



Sunday 8 September 2019

APPELLO DI SOSTEGNO AGLI ATTIVISTI DEGLI OPERAI E SOCIALISTI ARRESTATI IN IRAN


Il 7 settembre un tribunale iraniano ha condannato un numero di attivisti sindacali iraniani e redattori di un giornale socialista a pene detentive incredibilmente lunghe.
Esmail Bakhshi, l’operaio della fabbrica di canna da zucchero Haft-Tappeh, i cui lavoratori affamati hanno combattuto eroicamente per i loro diritti negli ultimi anni, è stato condannato a 14 anni di prigione e 74 frustate.
Sepideh Gholian, una sostenitrice della causa dei lavoratori di Haft-Tappeh, è ​​stata condannata a 18 anni di prigione (di cui 7 saranno esecutivi) per l’accusa falsa e infondata di aver causato "danno alla sicurezza nazionale"!
Asal Mohammadi, Sanaz Allahyari, Amirhossein Mohammadifard, Amir Amirgholi - redattori di un giornale socialista online - hanno ricevuto ciascuno 18 anni di reclusione (7 anni saranno esecutivi) per il cosiddetto reato di "propaganda contro il sistema islamico".
Mohammad Khanifar, un altro lavoratore di Haft-Tappeh, è ​​stato condannato a sei anni di prigione (cinque anni esecutivi), nella stessa settimana.


D'altro canto il primo maggio di quest’anno, le forze di sicurezza hanno arrestato dozzine di lavoratori e attivisti per i diritti civili che si sono radunati per celebrare l'occasione e condannare l’arresto degli operai, insegnanti e studenti, davanti al parlamento iraniano a Teheran.  I detenuti sono stati successivamente condannati a lunghe pene detentive, sulla base di accuse ambigue e senza il dovuto processo:
Marzieh Amiri, giovane giornalista, è stata condannata a dieci anni e 148 frustate.  Un altro tribunale di Teheran ha condannato l'attivista per i diritti dei lavoratori, Atefeh Rangriz, a undici anni e sei mesi in prigione e 74 frustate.  Inoltre, Nasrin Javadi, una lavoratrice in pensione, è stata condannata a sette anni di carcere e 74 frustate. Anche un autista di autobus, Rasoul Taleb Moqaddam, è stato condannato a 74 frustate, due anni di carcere e altri due di esilio. Inoltre, il giudice ha vietato a Taleb Moqaddam di usare un telefono cellulare. Neda Naji arrestata insieme ad altri attivisti durante le proteste del primo maggio, è in attesa della sentenza.


Dietro la repressione
Il popolo iraniano sta combattendo uno dei periodi più gravi di una crisi economica e sociale cronica. Giorno dopo giorno, il regime dimostra che non solo non ha alcun piano per alleviare la crisi, ma anche i suoi dirigenti e funzionari sfruttano l'attuale caos per derubare le masse sempre di più.
In queste circostanze, alla fine del 2017 e inizi del 2018, ha preso forma un nuovo movimento popolare, che non si è fatta illusioni sulle promesse di questa forma brutale e lurida della borghesia rappresentata dal regime capitalista della Repubblica Islamica e che è sceso in piazza per protestare contro le politiche neoliberiste del regime e la disuguaglianza sociale.
Questo nuovo movimento ha ispirato molti giovani attivisti ad organizzarsi e ad impegnarsi nella lotta e a creare una nuova alternativa socialista e democratica contro le alternative pro-imperialiste, pro-monarchia e riformiste.
Il regime Iraniano, di conseguenza, ha deciso di soffocare questo movimento tramite gli arresti, torture, frustate dei suoi militanti e attivisti.

Lanciamo quindi un appello a tutti i compagni di unirsi a noi e di alzare la voce nel condannare la repressione degli attivisti socialisti e operai iraniani e nel denunciare le atrocità del regime iraniano.

8/9/2019
#IranProtestsItalia
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