Non
è passato tanto tempo dalla rivolta popolare in tutto il paese contro il
carovita, la povertà e la miseria. Cio nonostante, i rappresentanti finti dei
lavoratori, del governo e delle industrie, hanno iniziato il loro annuale
“teatro” per determinare l’importo del salario minimo. Essi, nel loro solito
stile, hanno fatto sedere alcuni finti rappresentanti dei lavoratori attorno a
una tavola presso il cosiddetto Consiglio Supremo del Lavoro, per imporre un
salario minimo, ampiamente inferiore alla soglia della povertà, a milioni di
lavoratori.
La
modalità con cui, nelle settimane passate, proseguono le attività per la
determinazione del salario minimo, ci anticipa che l’andamento sarà la stessa
di prima e dopo qualche giorno di messa in scena da parte degli interocutori
finti del lavoro, i rappresentanti dei lavoratori, sottoscriveranno un importo
del salario minimo che si attesterà ampiamente inferiore alla soglia della
povertà.
Tali
politiche implementate negli ultimi decenni, non hanno lasciato la classe
operaia iraniana con molto da perdere. Pertanto l’ipocrisia delle finte
istituzioni per determinare il costo della vita e manipolare i fatti da parte
delle stesse e i media governativi, non possono agire da valvola di sicurezza e
mettere freno alle rivendicazioni dei lavoratori e alle proteste in piazza da
parte delle masse di persone che non possono più sostenere la situazione esistente.
Stabilire
il salario minimo con le stesse modalità degli anni passati e il suo aumento di
solo 10-15 percento, considerando che tale cifra non può far fronte alle spese
di solo 10 giorni di una famiglia di quattro e considerando l’aumento del 20%
del prezzo di dollaro già in questo frangente dell’anno, con conseguenze
imminenti sul prezzo dei nostri pasti, non potrà significare altro che il
calpestio della dignità umana di noi lavoratori, la fame cronica dei nostri
figli e la loro impossibilità di accedere all’istruzione, la diffusione del
fenomeno del lavoro minorile, l’esasperazione e la perdita di fiducia nella
vita con il conseguente aumento dei casi di suicidi, il ricercare del cibo nei
rifiuti, i senza tetti, la prostituzione, la vendita degli organi e la
deprivazione di noi lavoratori dal “diritto alla vita”.
Noi
sindacati, firmatari del presente comunicato, insieme alla classe operaia
iraniana crediamo che i membri del Consiglio Supremo del Lavoro, composti dai
finti rappresentanti degli operai a quelli delle industrie nonché il Ministro
del Lavoro e i loro spettacoli manipulativi volti a determinare il paniere dei
prezzi e il salario minimo, con la sottoscrizione di un importo ben inferiore
alla soglia della povertà, sono tutti complici del reato di aver causato
numerosi problemi al danno della la vita di milioni di lavoratori e delle loro
famiglie.
E’
un’evidente realtà che i parlamentari, i dirigenti governativi e le istituzioni
pseudo-governative legate al potere, beneficiano dagli stipendi astronomici e
sono responsabili per il saccheggio della ricchezza sociale. Dall’altro canto,
il governo cerca mille scuse per non consentire a noi lavoratori di beneficiare
di uno standard di vita ai livelli di sopravvivenza e invece spende miliardi
per alimentare le forze di repressione, ai fini di piegarci e farci accettare
una vita con il salario inferiore alla soglia della povertà. A questo punto ci
rimane soltanto una strada da intraprendere che è quello di organizzare e
attuare lo sciopero generale e di scendere in piazza per protestare.
Scioperare
e manifestare, a livello locale e nazionale, per ottenere stipendi conformi con
gli standard odierni della vita umana, è un diritto di noi lavoratori. Noi
firmatari di questo comunicato, con la presente, enfatizzando sulla costanza e
sul rafforzamento della nostra lotta contro l’approvazione del salario
inferiore alla soglia della povertà, invitiamo tutti i lavoratori di tutto il
paese, in particolare lavoratori appartenenti ai settori di petrolifero,
petrochimico, auto motivo, acciaio e miniere, di rivendicare in modo unito,
l’aumento del salario minimo basato su paniere dei prezzi che oggi si attesta
sui 5 milioni di tooman, attraverso l’organizzazione dei raduni nel luogo di
lavoro, scioperi e cortei.
Inoltre,
noi organizzazioni indipendenti dei lavoratori firmatari del presente
comunicato, in qualità di rappresentanti una parte della classe operaia
iraniana e del grido di milioni lavoratori per la giustizia, lanciamo
l’avvertimento ai governatori che continuano a ignorare le proteste del popolo
iraniano contro il carovita, la povertà e la miseria, implementando la politica
dell’imposizione del salario minimo inferiore alla soglia della povertà,
dichiarando che l’andamento d'imporre salari minimi, povertà e miseria alla
classe operaia iraniana proseguito fino ad ora, è ormai arrivato alla fine.
E’
evidente qualsiasi politica tranne quella di porre fine alla povertà e alla
miseria e quella di accettare le giuste rivendicazioni di noi lavoratori, sarà
confrontata con un’ondata ancora più grande e devastante, da parte della classe
operaia ed il popolo dei lavoratori in Iran.
25
Febbraio 2018
(6
Esfand 1396)
·
Unione libera di lavoratori iraniani
·
Associazione dei lavoratori elettrici e metalmeccanici
di Kermanshah
·
Sindacato dei pittori della provincia di Alborz
·
Centro per la difesa dei laburisti
·
Comitato per seguire l'istituzione di organizzazioni
sindacali indipendenti
http://www.akhbar-rooz.com/article.jsp?essayId=85088