Radio Farda: Gli
agricoltori di Isfahan con le loro famiglie mercoledì ancora una volta hanno
manifestato per rivendicare i propri diritti idrici. Uno dei comandanti della
polizia ha detto ai contadini di “non stare ad ascoltare a quattro delinquenti e
opportunisti”.
Uno degli slogan
dei manifestanti era: “Lasciate la Siria, Pensate a noi”.
I manifestanti
inoltre, facendo riferimento alle difficoltà riscontrate a causa del mancato ricevimento
dei diritti idrici, hanno gridato “siamo in lutto oggi, la vita del contadino è
saltata nell'aria oggi”.
I filmati delle
manifestazioni dimostrano che le forze dell’ordine hanno impedito al corteo di
proseguire.
Uno dei comandanti
della polizia ha detto ai manifestanti: “non lasciate che approfittino di voi.
Chi lancia gli slogan non pertinenti all’acqua
e chi manipola lanciando gli slogan politici e di parte, è un ipocrita.
La gente stessa impedisca che questo raduno tranquillo si trasformi in
disordine“.
Gholamhossein
Ejehi, il portavoce del sistema giudiziario aveva precedentemente indirizzato
gli agricoltori il 18 marzo chiedendogli di “non permettere agli opportunisti
di raggiungere il loro raduno e manipolare i loro diritti.”
Un altro
comandante della polizia aveva detto ai manifestanti di “non ascoltate a
quattro delinquenti e opportunisti” e di recarsi alle moschee nei vari
quartieri in modo che venire ascoltati dagli addetti al lavoro.
Il comandante in
questione riferiva allo slogan lanciato dagli agricoltori martedì chiamando il
governo “l'ingannatore del popolo”.
Gli agricoltori
anche in precedenza,, in alcuni raduni e cortei di protesta nel mese di marzo,
avevano accusato il presidente Rouhani di aver raccontato menzogne.
I manifestanti a
seguito delle affermazioni del comandante di polizia hanno gridato “Polizia,
Vergogna Vergogna”.
L’ondata di
proteste degli agricoltori di Isfahan è iniziata verso gli inizi di marzo (le
ultime settimane dell’anno persiano). Gli agricoltori protestano per il mancato
riconoscimento dei diritti idrici del fiume di Zayande Rud che negli ultimi anni
soffre di forte siccità.
Secondo l’agenzia
della stampa del governo, IRNA, ci sono circa 300 mila abitanti nella parte
orientale di Isfahan e la maggior parte vive dall’agricoltura ma la siccità gli
ha sottoposti a problematiche di lavoro e di sussistenza.
Secondo IRNA la
quota dei diritti idrici degli agricoltori di Isfahan orientale è pari a 400
milioni di mc ma negli anni scorsi, non gli sono stati riconosciuti i diritti per
tale importo. Nonostante Zayande Rud abbia ripreso a scorrere in un
determinato periodo dell’anno scorso, solo circa 40% dei 100 mila ettari di
terreni agricoli sono stati coltivati in Isfahan orientale.
Secondo quanto
deliberato dal Consiglio di Coordinamento di Zayande Rud, visto che i
livelli d’acqua nella diga di Z.Rud sono
raggiunti i più bassi negli ultimi 50 anni, non ci la sarà possibilità di aprire
la diga per uso agricolo dell’acqua quest’anno.
Gli agricoltori di
Isfahan negli ultimi anni hanno protestato contro il trasferimento dell’acqua a
Yazd e nel 2002 alcuni di loro hanno rotto le condotte d’acqua che è finito in scontri con le forze dell’ordine in cui alcuni contadini sono rimasti feriti.
Gli agricoltori
l’anno scorso in agosto hanno bloccato l’ingresso della città di Isfahan con
i propri mezzi pesanti in segno di protesta.
Secondo le notizie
pubblicate da altri fonti, non sono solo gli agricoltori di Isfahan che devono
far conti con la crisi dell’acqua.
Risultano colpite anche altre regioni del paese quali Kerman, Khuzestan,
Hormozgan, Sud Khorasan, Azarbaijan dell’ovest e Sistan.
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