Unione
Indipendente dei Lavoratori Iraniani ha annunciato l'arresto di oltre 10 lavoratori
del Gruppo Nazionale di Acciaio di Ahwaz. La notizia parla del trasferimento
dei lavoratori arrestati in carcere centrale di Ahwaz.
Gli
arresti sono avvenuti durante la notte di giovedì nelle loro case da parte di
alcuni funzionari di sicurezza. L'ordine
di arresto è stato emesso dall'ufficio del procuratore di Ahwaz.
Secondo
il rapporto, tra gli arrestati sono
Farhad Akbarian, Morteza Akbarian, Meysam Ali Ghanavati, Amin Momenpour,
Hossein Nissi, Bagher Delphi, Taghi Hassanzadeh, Hadi Afravi e Mehdi Adelzadeh.
Il
motivo dell’arresto non è stato annunciato.
Da parte della magistratura e le forze dell'ordine non ci sono stati ne
commenti e ne reazioni.
Nel
frattempo, l'intelligence della polizia di Ahwaz ha contattato molti lavoratori
del Gruppo Nazionale dell’Industria di Acciaio per ottenere gli indirizzi delle
loro abitazioni.
L’Unione
Indipendente dei Lavoratori Iraniani ha dichiarato che gli arresti della notte
scorsa sono avvenuti quando "per mesi, i lavoratori non hanno ricevuto gli
stipendi e le loro famiglie vivono in condizioni disastrose” e che tale azioni
dimostrano che i governatori che per 40 anni hanno sostenuto di proteggere i
poveri, attaccando i lavoratori di notte nelle loro case, cercano di
costringerci a lavorare con la fame e la
repressione”.
Questa
organizzazione ha condannato l’arresto degli operai e ha rivendicato la loro
immediata e incondizionata libertà.
In
passato ci sono stati altri casi di confronto con i lavoratori che protestano
in Iran. L’anno scorso il tribunale della provincia di Khuzestan, in risposta
agli scioperi dei lavoratori del Bandar Imam, gli aveva minacciato intimando
azioni giudiziarie. Allo stesso tempo,
17 operai della miniera dell’oro di Agh Dareh in Azarbayjan Occidentale sono
stati condannati e fustigati.
Nel
frattempo, in coincidenza con le proteste dei lavoratori in Iran, il sito web
del Leader Supremo Iraniano, il 7 marzo ha pubblicato il suo discorso del 16
febbraio in cui i "nemici", sono stati accusati di istigare "stagnazione all’interno dei lavoratori o costringerli di
commettere questi atti ".
“Imam
di venerdì rimani alerta, noi siamo
lavoratori non delinquenti”
Le
forze di sicurezza della Repubblica Islamica dell’Iran hanno impedito ad oltre
300 lavoratori del Gruppo Nazionale dell’Industria di Acciaio in Iran di
entrare nella grande moschea di Ahwaz.
Secondo
le fonti dell’Unione Indipendente dei Lavoratori Iraniani, gli operai dello
stabilimento intendevano di partecipare alle preghiere di venerdì di Ahwaz be
rivendicare i loro diritti ma le forze di Basij e di sicurezza gli hanno
impediti” e quindi i lavoratori sono radunati davanti alla grande moschea e
hanno cantato “Imam di venerdì rimani allerta, noi siamo lavoratori non delinquenti.
Gli operati
nelle preghiere di venerdì scorso in Ahvaz avevano ironicamente gridato: “Morte
all’Operaio - Saluti all’Oppressore”!
Questo slogan sarcastico è in protesta all’indifferenza della direzione
nei confronti delle rivendicazioni contrattuali degli operai del Gruppo
Nazionale dell’Industria dell’Acciaio e è diventato virale nei social network.
Prima
ancora questo slogan era stato lanciato dagli operai dello Stabilimento di
Hepco il 5 febbraio.
L’Unione
Indipendente dei Lavoratori Iraniani hanno inoltre riportato che a seguito del
raduno degli operai, uno dei capi delle forze di sicurezza ha cercato di fargli
disperdere ma gli operai non hanno voluto lasciare il luogo della protesta e a
seguire, sono arrivate sul posto le forze antisommossa sulle moto.
Secondo
quanto pubblicato dall’Unione Indipendente dei Lavoratori Iraniani, il
governatori di Khuzestan avrebbe dovuto andare al luogo della protesta per
dialogare con gli operai. Nel frattempo,
secondo l’agenzia stampa del governo Irna, sono arrivati il capo della politzia
e alcuni capi delle forze dell’ordine della regione di Khuzestan, si sono
presentati e hanno promesso di dar seguito alle richieste degli operai.
Un
operaio del Gruppo Nazionale dell’Industria di Acciaio, in merito a questa
notizia, ha detto a Irna: “fino ad ora tanti responsabili sono venuti per
parlarci per risolvere i nostri problemi ma abbiamo soltanto sentito promesse”.
Gli
operai del Gruppo Nazionale dell’Industria di Acciaio in Iran nei giorni
precedenti, mentre protestavano si sono radunati davanti alla Regione di
Khuzestan. Hanno chiesto di pagare almeno tre mesi di stipendio arretrato e
determinare le modalità del pagamento dei stipendi del mese febbraio ed il
premio di Norooz ed il bonus di fine anno. Dall’altro canto il datore del
lavoro ha annunciato il pagamento di un solo mese. Tale decisione ha causato la
protesta degli operai che hanno chiesto le sue dimissioni e quelle del
governatore.
La
storia di questo stabilimento risale a 1967, l’epoca dell’avviamento della fabbrica
di acciaio in Ahwaz. Dopo la rivoluzione
del 1979, lo stabilimento è stato ingrandito e negli anni scorsi è diventato di
proprietà del gruppo di investimento denominato “Amir Mansour Arya”. A seguito di appropriazione indebita della
somma di 3000 miliardi di tooman, la direzione provvisoria dello stabilimento è
stato trasferito alla magistratura e successivamente alla Banca Nazionale fino
a novembre scorso quando il possesso dello stabilimento è stato dato a
Abdolreza Mousavi che è l’amministratore delegato della compagna aerea di
Zagros.
A. Mousavi
è anche il proprietario della squadra di calcio di Esteghlal di Ahwaz, l’abergo
Dariush ed il parco acquatico dei delfini nell’isola turistica di Kish.
Nei
mesi scorsi, il mancato pagamento degli stipendi e dei benefit degli operai in
diverse località iraniane, ha dato luogo a diverse loro proteste.
Fonte:
Channel
Telegram della Free Trade Union of Iran Workers, agenzia di stampa IRNA e fonti
di notizie / BK / MM
https://goo.gl/GRmHjg
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