Le immagini
pubblicate sui media e social network
parlano dello sciopero generale dei camionisti iraniani iniziato dal 22 maggio
in tutto il paese che dura fino ad ora.
(nota
dell’interprete: il trasporto della merce si svolge principalmente sulla gomma
in Iran per cui lo sciopero, sta creando disagi significativi e perfino alcuni
benzinai sono rimasti senza carburante)
Contemporaneamente
all’inizio delle proteste, è stato pubblicato l’appello di adesione allo
sciopero generale di cui alcune parti sono riportate di seguito:
Noi autisti e proprietari dei camion, come uno dei
contributori all’economica del paese, annunciamo la nostra legittima protesta
in quanto fino ad ora, non ci ascoltato nessuno in merito alle nostre
problematiche.
Le basse tariffe di trasporto, l’alto prezzo dei
pezzi di ricambio dei camion e la sua dipendenza dal valore del dollaro, l’assenza
delle strade adeguate, assenza dei luoghi di riposto, l’intermediazione
speculativa nell’acquisizione dei ordini di trasporto, l’imposizione dei
pagamenti illegali da parte di alcuni enti, l’assenza di un lavoro sicuro, l’inadeguatezza
dello stipendio e dei benefit rispetto a tutto il nostro lavoro duro e
difficile, i lunghi periodi di lontananza dalle famiglie, il sistema datato del
trasporto e tanti altri problemi, troppo inconvenienti per parlarne per alcuni,
costringe noi e le nostre famiglie di pagarne le conseguenze in quanto altri si
sono dimenticati delle loro responsabilità.
Noi classe dei lavoratori, con questa situazione
delle strade, rischiamo la vita e ogni giorno lottiamo contro la morte. Perché
noi autisti lavoriamo sotto le leggi dello stato ma non rientriamo nella legge
del lavoro? Perché paghiamo i contributi per le spese sanitarie ma non abbiamo
il diritto a congedi per malattia?
Noi autisti facciamo la distribuzione del cibo e
medicinali per il nostro popolo e trasportiamo la merce contribuendo alla produzione
industriale, rimanendo svegli dalla sera alla mattina e fino alla consegna
della merce.
La tariffa mensile che ci viene pagata non è
sufficiente per sostenere le spese della manutenzione dei nostri mezzi,
altroché per costituire uno stipendio.
Qualcuno ascolti al nostro grido. Siamo davvero sull’orlo della bancarotta.
Fonte: http://etehadbinalmelali.com/ak/
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