Radio Farda: Varie fonti dai canali social, danno notizie di manifestazioni a Isfahan nelle vicinanze
dello storico Ponte di Khaju, uno dei luoghi più importanti della città. Le
segnalazioni inoltre, parlano di tentativi della polizia di disperdere i
manifestanti.
Forte presenza delle forze dell'ordine alla manifestazioni degli agricolotori al Ponte di Khaju |
La città di
Isfahan, da qualche settimana prima dell’anno nuovo Iraniano, è stata scena di
una nuova ondata di proteste da parte dei contadini di Isfahan orientale che
protestano contro le problematiche idriche e la mancanza di ricevimento dei
loro diritti idrici. Il punto risaliente
di queste proteste è stato l’azione simbolico di protesta dei contadini durante
l’ultima preghiera di venerdì dell’anno, quando gli stessi si sono seduti con
le spalle girate all’Imam.
Gli agricoltori in
questa occasione cantavano “con le spalle al nemico, la faccia verso la patria”.
Queste proteste
sono iniziate verso gli inizi del mese di marzo, quando l’8 marzo un gran
numero di agricoltori di Varzaneh, hanno partecipato ad un corteo di protesta
contro la mancanza di assegnazione dei diritti idrici, lanciando degli slogan
contro il presidente Rouhani.
Nelle settimane
scorse, le autorità locali e governative, hanno ripetutamente parlato delle
misure da adottare e promesso di riconoscere i diritti idrici e l’indennità per
il mancato piantumazione. Ma le proteste dei contadini continuano.
L’ultima ondata di
queste proteste è accaduta sabato 7 aprile, sul lato nord del ponte di Khaju e
vicino alla sede della televisione locale quando i contadini si sono riuntiti e
hanno lanciato gli slogan: “l’acqua del fiume di Zayandeh Rud, è il nostro
diritto assoluto” e “lo sgrido del contadino è lo sgrido del fiume Zendeh Rud”.
I filmati pubblicati
sui canali social dimostrano la presenza di un gran numero dei manifestanti e
in alcune immagini si vede la presenza numerosa delle forze dell’ordine che cercano
di disperdere i manifestanti.
Nel frattempo il sito internet Isfahan Shargh, ha dato notizie di un
incontro avvenuto nella giornata di sabato tra i rappresentanti degli
agricoltori e i rappresentanti della Regione di Isfahan al parlamento, in cui
il governatore di Isfahan, Mohsen Mehr Alizade, riferendosi a ciò che egli
chiama "misure appropriate per migliorare la condizione degli
agricoltori", ha detto che "non c'è motivo per manifestare".
Il governatore ha fatto riferimento alla situazione grave delle piogge
dello scorso anno affermando che la situazione dell’acqua potabile fosse molto preoccupante
e che l’uso non autorizzato dell’acqua sarebbe il fattore determinante che
mette in difficoltà la fornitura dell’acqua potabile.
Il governatore ha inoltre aggiunto che durante la seduta partecipata
dai Ministri d’Interno e dell’Energia
nonché i governatori di Isfahan, Char Mahal e Bakhtiaari, il tema dell’”uso non
autorizzato dell’acqua” è stato analizzato e il “comitato di compatibilità con
la carenza dell’acqua” ha deliberato di intraprendere delle misure serie per
confrontare l’utilizzo non autorizzato dell’acqua.
Anche negli anni precedenti, sono scoppiate proteste degli agricoltori
di Isfahan contro il trasferimento dell’acqua di fiume Zayande Rud a Yazd. Nel 2012 gli agricoltori avevano rotto le
condotte dell’acqua e ci sono stati confronti con la polizia durante i quali
alcuni contadini sono rimasti feriti.
Il novembre scorso, gli agricoltori hanno protestato con i propri
trattori bloccando l’ingresso della città di Isfahan.
Secondo i vari rapporti, l'essiccazione del il più grande fiume dell'altopiano
centrale dell'Iran, Zayande Rud, ed il trasferimento della sua acqua nel deserto
di Yazd e Qom per rivitalizzare le industrie che necessitano acqua, presto renderà
il sostentamento attraverso l'agricoltura impossibile in questa regione.
Inoltre, i terreni
agricoli dell'est di Isfahan, composte prevalentemente di grano, orzo e erba
medica, non solo sono rimasti senza raccolta, ma sono anche diventati una fonte
di polvere sospese.
Alcuni membri
della Casa del Contadino di Isfahan, hanno affermato che negli ultimi anni, le
condizioni di vita di quasi un milione di agricoltori, la maggior parte dei
quali vive nelle regioni orientali della provincia, hanno subito grave crisi a
causa della mancanza di acqua.
Assegni rigettati
dalle banche, ordini di arresto emesse e emigrazione dal luogo di residenza,
sono alcuni problemi con cui gli agricoltori sono stati costretti a fare conti
nell’ultimo periodo.
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